EVENTI A LAMA D'ANTICO
La Clitemnestra di Luciano Violante ha incantato Lama d'Antico VIDEO
Ieri 20 agosto il parco rupestre ha ospitato il monologo scritto dall’ex Presidente della Camera e interpretato da Viola Graziosi con la regia di Giuseppe Dipasquale
Fasano - Clitemnestra è una donna dalla duplice natura, tradita e traditrice, vittima e carnefice. È la tipica donna tragica, martoriata dai tormenti ed eroina di fronte alla sorte maledetta che la investe. Spesso è dipinta come colei che ha ucciso il marito, il grande Agamennone, e di rado viene ricordata la ragione profonda di tale gesto: la solitudine ineffabile di aver perso una figlia, uccisa per mano del padre con l'ingannevole promessa di un matrimonio con Achille.
Il dolore di Clitemnestra e la sua lunga attesa di vendetta sono il fulcro del monologo omonimo scritto dall'ex Presidente della Camera dei Deputati, Luciano Violante, in tempo di lockdown e andato in scena ieri 20 agosto nella suggestiva cornice del Parco rupestre di Lama d'Antico a Fasano. Lo spettacolo rientra nel percorso “Verso nuove rotte” dell'Istituto comprensivo “Chiarelli” di Martina Franca, che ha condotto la cultura alla portata dei ragazzi interpretando al meglio gli obiettivi del progetto MIUR “La scuola d'estate”. A rappresentare la scuola martinese è stata la dirigente Roberta Leporati che ha introdotto lo spettacolo dedicandolo alle donne afghane che in questi giorni soffrono di una solitudine tale che, forse, solo figure mitologiche come Clitemnestra hanno mai provato. Prima di cominciare, alcuni studenti del “Chiarelli” si sono esibiti in una coreografia ardita ed emozionante.
«Lama contro lama», alla morte si risponde con la morte: in una logica quasi primitiva, la storia di Clitemnestra è bagnata di sangue e violenza sin dal principio, quando Agamennone la prese in sposa contro la sua volontà, ammazzando suo marito Tantalo e il figlio. In una dimensione sospesa fra il destino intessuto dagli dei e il desiderio di esserne l'artefice, la regina di Micene è vittima dell'uomo, della sua insolenza, della sua infedeltà e delle sue menzogne. In scena una egregia Viola Graziosi – brillante attrice romana – ha dato voce e corpo al tormento più atroce che una madre possa vivere. Soffre in silenzio per dieci anni, abituata all'attesa si tempra nei suoi sentimenti di vendetta e decide di agire, ignara del piano già scritto dagli dei: il suo destino è essere uccisa a sua volta da suo figlio Oreste. Il testo di Violante ripercorre il mito con sagacia ed enfatizza l'eroismo tragico di una donna che strenuamente combatte contro il fato ma invano e che, solo dopo essere scesa negli Inferi, comprende che «non c'è giustizia senza pietà».
Prodotto dal Teatro Stabile d'Abruzzo e con la regia di Giuseppe Dipasquale, la bravura della Graziosi ha rapito il pubblico senza fiato per l'intera esibizione, dimostrando tutta la potenza del teatro che risiede nella possibilità «di attraversare le parole e avere meno paura».
di Sara Altamura
21/08/2021 alle 07:52:06
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